lunedì 4 marzo 2013

L'IMPOSSIBILE EUROPA

Vi devo confessare che mi sento molto preoccupato, ma, badate, non sono preoccupato per l'esito delle elezioni italiane. Malgrado la spontanea ripugnanza che sento per certe forme di manifestazioni da parte del M5S, ritengo comunque positivo il risultato del voto. Per troppo tempo, una classe politica autoreferenziale, del tutto sorda alle richieste della gente, pervicacemente convinta della centralità degli equilibri parlamentari ormai considerati come fine a sè stessi, senza più alcun legame col concetto di strumentalità nell'ottenimento di una certa maggioranza parlamentare nei confronti di obiettivi concreti ed identificabili, era andata avanti. Così, è bene che nuove presenze, pur probabilmente non adeguatamente qualificate, creino scompiglio nelle stanze del potere, un prezzo inevitabile da pagare per la creazione di prospettive di uscita dalla situazione che ho descritto. 
Tuttavia, sono molto preoccupato per lo sviluppo della situazione internazionale, in particolare per quanto attiene l'Europa. Il campanello d'allarme è costituito da ciò che si può desumere da recenti dichiarazioni e da articoli comparsi sulla stampa, da parte di ambienti tedeschi...

Se coniugo ciò con le parallele ed opposte cose che si dicono sulla Germania qui in Italia, viene fuori abbastanza evidente l'impressione che l'Europa sia già un elemento del passato. 
Ciò che io vedo, è una diffusa incapacità di comprendere, una cecità che porta l'Europa a trovarsi al centro di una crisi che per molti versi non la riguarda, o che comunque la riguarda di striscio.  
La crisi è nata negli USA, e i fattori di crisi continuano malgrado le apparenze contrarie a risiedere lì, dove presto non potrà più essere contenuta e nascosta ed emergerà in maniera esplosiva. Trovo una forma di cecità che sconfina nell'idiozia l'omettere questi aspetti dal dibattito politico ed economico europeo, tutto preso a rimproverare gli eccessi di rigore alla germania ed ai paesi nordici, ed a rimproverare il preteso  scialacquare dei paesi mediterranei, tutto coinvolto nella scelta tra euro sì ed euro no, come se la risposta a questo quesito sia esauriente, non mantenga aperti tanti e differenti scenari sul futuro economico. Tante scelte ci attendono, ma tra queste, una è la fondamentale, che fare di un sistema bancario mondiale sostanzialmente fallito e che viene supportato dagli stati con continue e sempre più preoccupanti iniezioni di liquidità. Se di questo non ci occupiamo, ciò significa che teniamo gli occhi chiusi e ci rifiutiamo di guardare in faccia la realtà nei suoi aspetti più duri e direi catastrofici.
Le recenti dichiarazioni di un emerito imbecille come il candidato socialdemocratico tedesco a premier del suo paese, danno la misura di quale formidabile miscela esplosiva di reciprochi rimbrotti, di totale incomprensione, di semplificazione vignettistica delle situazioni politiche tra paesi partners europei, si sia creato. 
Ripeto ciò che dissi già da più di un anno, bisogna urgentemente disinnescare la bomba, il che significa che i governi europei devono pacatamente e concordemente  prendere atto che ciascun paese continua a considerare prevalente l'interesse della propria nazione rispetto a quelli collettivi dell'Europa, e che tali interessi nazionali vanno ormai in direzioni divergenti per questi paesi. Si definisca la migliore via di uscita, ognuno prenda la propria personale strada, e ci sarà tempo per ciascun paese di rivedere tale scelta, di constatare la perdita di quanti vantaggi che consegue da tale scelta. 
Trovo addirittura criminale proseguire sulla strada di una trattativa tra partners che si rinfacciano tutto, che non si intendono, che ormai perseguono solo lo scopo di fregare gli altri. Sarebbe forse il caso di ricordare a quante guerre interne ad essa la nostra Europa ha dovuto assistere nella sua lunga storia. L'esempio delle coppie che non riescono più a convivere è sempre lì ad illustrarci la pericolosità di perseverare su obiettivi ormai chiaramente impossibili.

12 commenti:

  1. Hai fatto bene a ricordare cosa c'era prima del 1947. Quando penso all'Europa e all'Euro mi figuro un casa che è stata costruita senza mettere le imposte alle finestre e alle porte. Ci si andati ad abitare e tutti si lamentano per il freddo e gli spifferi; e come soluzione pensano di buttare giù la casa. ciao

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  2. Eh, Francesco, sai, a volte gli interventi di ristrutturazione sono troppo costosi e conviene ricostruire...

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