venerdì 22 marzo 2013

LA MELINA DI NAPOLITANO

A quanto pare, Napolitano ha scelto la melina. Per prima cosa, ha concesso a Bersani il "minimo sindacale", pretendendo una condizione che con tutta evidenza questi non può conseguire, la maggioranza certa, e causando ciò che da tempo avevo previsto, lo sfracellarsi di Bersani contro il muro della fiducia impossibile. Non solo, non gli ha imposto limiti di tempo, assecondando così lungaggini inevitabili (si capisce che il povero Bersani le studierà tutte prima di ammettere la sua sconfitta che ne determinerà certamente il suo declino anche dentro il PD). Inoltre, ha richiamato esplicitamente esempi di altre nazioni a cui, se l'Italia volesse adeguarsi, sposterebbero i termini tmeporali della definizione del governo a un altro mese circa. Insomma, ci possiamo scordare che si trovi una soluzione qualsivoglia prima del venti aprile, probabilmente anche più tardi. 
Il modo puntiglioso con cui Napolitano ha voluto precisare questi aspetti, li riveste di una grande significatività, questa melina deve avere una precisa finalità. 
Non è difficile così, dopo aver anche considerato la scadenza molto prossima del mandato presidenziale ,capire di cosa si tratti, Napolitano vuole scaricare al suo successore la patata bollente del nuovo governo, e nel contempo prolunga artificilamente, ben oltre il limite di decenza, la vita del govenro Monti che l'Europa tanto ferventemente gli raccomanda.
Altro che interesse del paese, stavolta questo interesse viene bellamente ignorato, rendendo artificialmente complicata una situazione altrimenti abbastanza semplice, impossibilità a causa dei veti incrociati di avere un governo pienamente insediato, che cioè abbia ricevuto la fiducia delle camere. Rimango sbalordito quando sento i vari partecipanti ai talk-shows che dicono che se non si trova il governo, si va allo scioglimento delle camere, il punto è proprio che non c'è nessuno che possa scioglierle, e che l'unica soluzione rispettosa della costituzione è paradossalmente dato dall'affidarsi a un governo senza fiducia. Lo dico e lo scrivo da tempo, ma nel vuoto assoluto: amen!

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