venerdì 29 marzo 2013

DIMISSIONI DI NAPOLITANO?



In TV, si succedono indiscrezioni che io considero estremamente preoccupanti, che vedrebbero le dimissioni di Napolitano che abbandonerebbe così il suo mandato con alcune settimane di anticipo sulla naturale scadenza.

Saremmo veramente a un ultimo atto sciagurato ed incomprensibile come tanti se non tutti da due anni a questa parte, soprattutto proprio da parte dello stesso Napolitano.

A me pare che:...


- dato che a causa dei veti incrociati, non esiste alcuna possibile maggioranza che possa permettere a un governo di ottenere la fiducia delle camere

- dato che Napolitano non ha il potere di sciogliere le camere

Date quindi le due condizioni che ho appena elencato, è evidente che occorre avere un governo per l’ordinaria amministrazione che per necessità non può che essere senza fiducia, un governo che non gode della fiducia della maggioranza del parlamento.

Ripeto, questa situazione è sicuramente spiacevole, tutt’altro che desiderabile, ma rimane comunque la meno brutta.

Ne discende che logica vorrebbe che ci si concentrasse su quale governo, a guida di chi sarebbe quello preferibile. La mia personale opini9one è che la preferenza vada accordata al governo più rappresentativo, quello che malgrado sia di minoranza abbia la minoranza più ampia, e quindi dovrebbe trattarsi di un governo PD-SEL, e che sia bersani a guidarlo non mi pare il punto fondamentale, chiunque venga dalla colaizione di centrosinistra andrebbe egualmente bene.

Si creerebbe una situazione che pur non essendo priva di difetti, permetterebbe al parlamento di procedere sulla strada di riforme condivise, mentre le scelte non rinviabili dovrebbero essere demandate a maggioranze raccogliticce trovate direttamente in parlamento. Nel frattempo avremmo un presidente della repubblica nuova di zecca che sarebbe in grado di sciogliere le camere a suo piacimento, e permetterebbe anche di andare ad elezioni in autunno ma con nuove regole elettorali.

Tutto questo avverrebbe con un governo meno sputtanato del cosiddetto governo tecnico di Monti, con un governo che avrebbe la maggioranza sicura in una delle due camere.

L’alternativa nel caso di dimissioni anticipate di Napolitano sarebbe quella di mantenere ancora per mesi in vita il peggiore governo della repubblica, mentre nel frattempo saremmo senza presidente della repubblica e quindi con le sue funzioni delegate a quel personaggio per niente tranquillizzante di Pietro Grasso, quale presidente del senato.

Mi chiedo cosa ci sarebbe di preferibile tra quest’ultimo scenario a quanto pare voluto da Napolitano e lo scenario che proponevo io, in cui l’insediamento di un governo senza fiducia è strettamente correlato non ad una scelta arbitraria del presidente, ma al fatto che non è possibile oggi sciogliere le camere. E quindi del tutto giustificato su un piano strettamente costituzionale.

La follia sembra essersi impadronita della politica, cos’altro ci dovremmo aspettare? Non riesco ad immaginare quale effeto dirompente avrebbe tutto questo proprio sul PD: quanto Napolitano deve odiare il suo stesso partito per fargli questo (dopo una succesisone micidiale di iniziative...)?


2 commenti:

  1. La tua ultima considerazione è un pensiero che mi torna spesso in mente...

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  2. Penso che ciò a cui oggi assistiamo è il frutto inevitabile della scelta di insediamento del governo Monti in pieno stile presidenziale.
    I danni derivanti da questa operazione sono enormi, e purtroppo non credo che siano digeribili interamente in questa fase, ne porteremo gli effetti ancora per lungo tempo.
    La cosa più sorprendente è che apparentemente un'intera classe politica, incluso lo stesso Napolitano, appaiono inconsapevoli delle conseguenze dei loro stessi atti, incapaci di prevedere le conseguenze derivanti da precise scelte.
    Sì, il PD è la vera vittima di quella scelta sciagurata, ma esso se la deve prendere con sè stesso.
    Bersani rappresenta prorpio il massimo dell'inconsapevolezza, di credere di potere ubbidire all'europa ed a Napolitano, pensando che con le elezioni successive si sarebbe cancellato il pregresso, il PD avrebbe rimesso la politica al primo posto.
    La storia ha mostrato che aveva torto, che Bersdani non ha colto il suo momento quando con la caduta rovinosa di Berlusconi, dovuta, ricordiamolo, interamente agli elettori, mica al Napolitano di turno, aveva un'autostrada davanti a sè soltanto imponendo le elezioni anticipate. Non ne ha avuto il coraggio, che si rammarichi con sè stesso e con i suoi compagni di partito.
    L'inconsueta incertezza di Napolitano sottolinea la drammaticità del momento, egli sa che qualunque scelta fatta oggi, sia le dimissioni, sia l'insediamento di un governo basato solo sulla sua nomina e senza fiducia del parlamento, sarà comunque inadeguata, ma caro Napolitano, sono i famosi nodi che vengono al pettine, ti è piaciuto assecondare i governanti europei, adesso devi accettare i frutti avvelenati di quella scelta.

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